Dans les archives de Victor Loret, conservées dans leur presque intégralité à l'Università degli Studi de Milan, se trouvent le journal de fouilles, des nombreuses notes et une centaine de photographies réalisées par l'egyptologue français sur le site de Saqqarah entre 1897 et 1899. Un carnet avec des notes de fouilles est conservé aux archives de l'Institut de France – Académie des Inscriptions et Belles-Lettres, à Paris. Ces documents, ainsi qu'un certain nombre d'objets découvert par l'archéologue, sont présentés dans le détail.
Riesame della statuetta femminile a Firenze Inv. nr. 1815, di una Qenqen, originariamente considerata dell’Antico Regno. Viene proposta, su basi stilistiche e paleografiche, una datazione alla fine XVII-inizi XVIII dinastia.
I cartonnage provenienti dalla necropoli di Al Hibah costituiscono un vero e proprio giacimento di papiri letterari di età tolemaica. Al di là della loro importanza filologica, i reperti si rivelano estremamente interessanti anche sotto un profilo paleografico e storico-culturale, in quanto in essi sono documentate tipologie grafiche estremamente diverse tra di loro, il cui esame complessivo offre indicazioni utili a comprendere meglio le caratteristiche della produzione libraria nella prima età tolemaica.
This paper deals with the editio princeps of two Homeric papyri from Oxyrhynchus belonging to the Egypt Exploration Society. The first item (Iliad I 90-92; 95-100; 119-125; 128-153) contains many fragments from a roll, written in a hand resembling the ‘Chancery Style’, which can be assigned to the III cent. AD. The second one (Iliad V 197-208; 323-344; 346-367; 373-392; 396-412; 451-459; 835-853) contains several parts of a roll written in a common ‘Severe Style’ hand, datable to the II/III cent. AD. Every piece is discussed in great detail: the introduction, involving palaeographical and bibliological issues, is followed by the transcription of the text and notes of comments on particular points, mostly concerning textual variants of the new papyri in comparison with the extant direct and indirect tradition of the Homeric poem.
Il P.Oxy. 4652, un frammento di codice pergamenaceo del V secolo d.C., contiene i resti di alcune glosse allo Scudo di Eracle pseudo-esiodeo. Esse evidenziano uno stretto legame con la raccolta di scolii e glosse tramandati dai codici medievali ed umanistici, e possono essere, sulla base dei contenuti di questi, integrate.
Il testimone palmomantico in P. Osl. III 76 conferma le caratteristiche precipue dei trattati più estesi in materia, quali la paragrafazione, i pronostici individuali (bivoi), l'invocazione ilastica alla divinità (Helios). Con la rilettura delle tracce e dei marginalia e la riedizione del frammento si individua l'esatto ambito espositivo delle membra palpitanti, identificando, di conseguenza, il frammento con una recensione dello Ps.-Melampo, la Versio A, nota pure dalla tradizione medievale e umanistica.
L’importanza che Posidippo, in 10 A.-B., sembra attribuire ai Nabatei riflette probabilmente il punto di vista della propaganda tolemaica, implicando che i sovrani d’Egitto avevano saputo tenere sotto controllo un popolo che invece aveva inflitto gravi sconfitte agli Antigonidi. Se questo è vero, non ci sarà motivo di dubitare che i dieci versi di 10 A.-B. costituiscano un unico epigramma, di ampiezza analoga a quella di altri componimenti posidippei a carattere celebrativo.
Si confronta la menzione del castoro come segno geroglifico in Horap. II 65 e quella del castoro come animale nilotico in Hierocl., BKT IV col. III 10-19, e si cerca di chiarire la diversa valenza delle due attestazioni: problema di struttura compositiva nel caso di Orapollo, problema di tradizione testuale nel caso di Ierocle. Si cita il caso dell'epigramma XXI di Crinagora, dove il testo presenta tradizione divisa e contaminata tra una lezione ‘Nilo’ e una lezione ‘Reno’.
Edizione principe di due denunce di morte conservate da papiri greci di età romana, provenienti dall'Arsinoite ed ora alla Beinecke Library della Yale University (P.CtYBR inv. 1649 e P.CtYBR inv. 606). La prima, datata 8 novembre 27 d.C. (XIV anno di Tiberio), è la più antica denuncia di morte di un abitante del villaggio di Tebtynis. La seconda è datata ad un giorno di novembre o di dicembre del 191 d.C. (XXXIII anno di Commodo) ed è mutila della metà superiore: è, a tutt'oggi, l'unica denuncia di morte proveniente da Narmuthis, e l'unico documento ad attestare il Collegio degli Anziani di quel villaggio.
Édition de 2 ostraca de la Collection M. Schøyen (Oslo), qui s'ajoutent à ceux qui ont été publiés dans Aegyptus 81 (2001 [2004]), pp.169-184, 9 figg.: un document de caractère indéterminé (IIe-IIIe s. p.C.) et une quittance (Ve s. p.C.) de provenance inconnue.
Lo spoglio e l’analisi delle attestazioni di ‘provgramma’ (‘manifesto, avviso’) nella documentazione papirologica consentono di individuare e raggruppare i testi definiti con questo termine durante il periodo di dominazione romana dell’Egitto. Sono documenti diversi per il contenuto e per l’autorità che li emana, ma tutti sono destinati alla diffusione pubblica: con provgramma sono dunque indicati gli avvisi pubblici emanati da funzionari di alto livello (prefetto) e dalle autorità locali (stratego).
La data di P.Col. VIII 231, una dichiarazione di nascita proveniente da Ossirinco, rivista grazie alla diffusione e all’uso degli epiteti onorifici per la città di Ossirinco.
Réagissant à l’édition récente d’un fragment copte (= 5 pages et demie) relatif à l’homélie cathédrale LX de Sévère d’Antioche, l’auteur apporte quatre nouveaux fragments (= 18 pages consécutives), ayant appartenu au même codex et à la même homélie. Ainsi la version copte ne présente plus qu’une lacune de 4 pages. Deux appendices identifient dans des papyrus de Vienne notamment, respectivement un nouveau témoin copte de la Vie de Sevère par Jean de Beth Aphtonia et trois témoins grecs d’hymnes de Sévère.
Der Beitrag bietet die erste vollständige Edition von P.Vat. Copt. Doresse 1. Auf den Text wird bereits seit längerer Zeit in der wissenschaftlichen Diskussion Bezug genommen. Es handelt sich um den Verkauf eines Anteils an einem Wagen, den Tsyra, die Mutter des David, in Vertretung ihres Sohnes verkauft. Dieser hat den Anteil an dem Wagen von seinem verstorbenen Vater Christophoros Syntelestes geerbt. Die Urkunde gehört zu einem kleinen Archiv griechischer und koptischer Texte aus der Mitte des 7. Jahrhunderts aus Kom Iskáw (Aphrodito) und bietet in ihrer Struktur das Normalschema einer byzantinischen Tabellionenurkunde.
L’Autore prende in esame alcuni testi epigrafici versificati recentemente rinvenuti in Ammaedara (attuale Haïdra), pubblicati in editio princeps in «ZPE» 152 (2005), pp. 89-113, e ne modifica sensibilmente la lettura-integrazione, sulla base dell’identificazione di notevoli somiglianze con altri testi tipologicamente affini già noti. Coglie inoltre l’occasione per aggiungere qualche osservazione a integrazione del commento degli editores principes.