Aspelta – the king of Kush in the late 7th-early 6th c. BC – was one of the Napatan rulers. His reign is known also from the archaeological excavations, mainly in temples and royal burials. In the Aspelta’s tomb archaeologists discovered at least 295 blue glazed faience ushabti figures, 248 of which are almost complete. The ushabti is made of blue glazed faience, much worn, about 30 cm, mummiform. The inscription on the ushabti comes from the Book of the Dead Chapter Six.
Nelle rappresentazioni delle tombe e nei testi dell’antico Egitto compaiono spesso tra gli animali domestici le capre. Questi mammiferi furono tra i primi animali ad essere addomesticati, rivestivano un ruolo molto importante nell’economia egiziana e venivano impiegati in diversi settori: alimentazione, tessitura, pellame, pulizia campi, medicina. Per designare questo animale si usavano diversi termini, con diverse grafie, classificate in grafie puramente ideografiche e grafie a componenti fonetiche.
Il papiro Johannowsky, conservato presso l’Officina dei Papiri della Biblioteca Nazionale di Napoli, non appartiene alla collezione dei Papiri Ercolanesi: esso è giunto nella Biblioteca solo nel 1968, sebbene il nome dello svolgitore e le modalità di svolgimento ci spingano a pensare che sia stato aperto proprio a Napoli tra gli ultimi anni del XIX secolo e il 1901.Le caratteristiche del materiale papiraceo e il testo rimandano in maniera chiara ai papiri carbonizzati di Thmouis.
Edizione di tre papiri della collezione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (P.Med. inv. 74, 75 e 76) vergati dalla stessa persona e attribuibili al IV sec. d.C. Potrebbe appartenere al medesimo piccolo archivio P.Med. inv. 299 = SB XVI 12232, di cui si presenta, in appendice all’articolo, la riedizione.
Edizione di un papiro della collezione Martin Schøyen. Sul recto un registro di proprietà di case (II sec. d. C.); sul verso la parte centrale, frammentaria, di 21 righi di scrittura, probabilmente parte iniziale del documento originario. In essi si trova un richiamo a disposizioni imperiali di Settimio Severo e Caracalla (ll. 6-7). La visita di Settimio Severo e Caracalla del 199-200 d.C. costituisce il terminus post quem per la data del frammento. Il registro conservato sul recto è attribuibile alla seconda metà del II secolo d.C.
Per il testo demotico trasmesso da P.Wien KHM 3877 verso si presentano nuove proposte interpretative sia riguardo al suo statuto letterario, riconducibile ad una forma drammatica a carattere comico, inusuale per la tradizione egizia precedente, sia riguardo agli influssi esercitati dai modelli letterari greci diffusi nell’ambiente panopolitano; si esaminano gli elementi comuni alla commedia attica e dorica (come le analogie tra la figura dell’arpista e quella del kolax) ed al mimo siracusano (l’uso di parole scurrili e l’accentuato realismo nel tratteggiare i personaggi).
This study deals with the endophoric use of houtos, ekeinos and autos in sentences and clauses in Philodemus’s On Piety. This work is based on the principles of the oppositions established by the theory of reference and it has a two-fold division. In the first part, we examine the pronominal and nominal anaphoras within the sequence and the structure of the speech. The second part deals with the cataphoric use of the pronouns and is based on the structure of diphtyches and the grammatical functions and genders of correlatives.
Cet article propose une nouvelle interprétation du dessin du P. Montserrat inv. 154, qui fait partie d’un codex miscellaneus du IVe contenant des textes grecs et latins et actuellement conservé à l’abbaye de Montserrat.
Cet article jette une lumière nouvelle sur une prière pour le coucher, attribuée à Sévère d'Antioche par l'un des témoins bohaïriques, en replaçant le seul témoin sahidique (anonyme) dans son contexte codicologique, où cette prière, si elle était précédée d'une section d'extraits tirés de l'Ascéticon d'Isaïe de Scété, était suivie entre autres d'une prière attribuée à Pachôme en version éthiopienne, ouvrant ainsi une section de prières à caractère liturgique. Trois appendices développent des thèmes abordés dans le corps de l'article.
Dans cet article, on trouvera une brève présentation de la collection de papyrus arabes de Strasbourg ainsi que l'édition, la traduction et le commentaire du plus ancien reçu de taxe arabe de cette collection: le P. Stras. Inv. G 2554.
Relazione, con piantine e numerose immagini, relativa alla chiesa situata nella parte orientale della città, alla sua cripta e alle sepolture. Presenza di un campo militare a Dayr Sumbat.
Relazione, con piantine e numerose immagini, riguardante i lavori nella la chiesa D3 (con riutilizzo di colonne ioniche) e le costruzioni del campo militare a Dayr Sumbat.